I dubbi di Bruxelles

La flessibilità in cambio delle riforme

La Commissione europea che l’ex sindaco di Londra Boris Jhonson ha accusato di “nazismo”, potrebbe emettere un bonus da circa 14 miliardi di spesa all’Italia. Un po’ come se Hitler avesse dotato l’armata a cavallo polacca di carri armati ultimo modello. La Commissione ovviamente non vuole dimostrare che Boris Jhonson parli come un vecchio alcolizzato, semplicemente, interpreta la sua missione di mediatore politico oltre che di custode dei trattati. Scegliere di venire incontro alle esigenze dell’Italia sarebbe talmente senza precedenti che il governatore della Bundesbank Weidmann, si è convinto della necessità di istituire un organismo terzo per stabilire le procedure anti infrazione automaticamente, in modo da deresponsabilizzare la Commissione. Difficile dire se la proposta di Weidmann possa considerarsi appropriata, piuttosto che destinata ad alimentare l’odio verso la burocrazia di Bruxelles. I membri della Commissione sono pur sempre uomini eletti nei loro paesi, una commissione terza, sarebbe composta semplicemente da degli automi che applicano i regolamenti. E’ vero invece che nessuno stato membro ha finora richiesto o ricevuto nulla che si avvicina al monte di flessibilità indicato da Padoan. Sono 0,5 punti di pil per le riforme, 0,25 per compensare i maggiori investimenti pubblici, 0,04 per l’extraspesa per i migranti e 0,06 per la sicurezza antiterrorismo. In totale 0,85 punti di pil senza contare il buco dello 0,1 sulle previsioni del deficit 2017 e il discorso delle clausole di salvaguardia, sulle quale la corrispondenza del 9 maggio non è stata giudicata sufficiente. E cosa chiederebbe in cambio di tanta abbondanza la Commissione? Un piano credibile per la correzione del debito, che lo sconto venga utilizzato davvero per investimenti e progressi nel realizzare le riforme. Un bell’azzardo. Mettete che il governo italiano elabori questo piano, descriva nel dettaglio l’insieme degli investimenti e indichi la riforma costituzionale come completamento di questo percorso. Renzi perde il referendum, la riforma si blocca, il governo va a casa ed il piano elaborato da Padoan diventa carta straccia. Se alla Commissione sono un po’ svegli, conviene traccheggiare con l’Italia almeno fino ad ottobre. Vai a concedere 14 miliardi di flessibilità ad un governo che a novembre è cambiato e con cui devi ricominciare tutto d’accapo.

Roma, 17 maggio 2016